Nato nel 1930 a Milano, Giorgio Marconi ha iniziato la sua avventura nel mondo dell'arte nel 1965, abbandonando gli studi di Medicina per aprire il suo primo spazio espositivo, lo Studio Marconi in via Tadino 15, nel luogo in cui suo padre, Egisto, gestiva un atelier di cornici. È grazie a Egisto, corniciaio di rinomati artisti italiani degli anni Venti e Trenta, come Mario Sironi, Carlo Carrà e Giorgio Morandi che Giorgio ha avuto l'opportunità di entrare in contatto con un vasto panorama di talentuosi artisti, tra cui Valerio Adami, Enrico Baj, Lucio Del Pezzo, Arnaldo Pomodoro e Emilio Tadini.
La prima mostra inaugurale nel novembre del 1965 ha presentato le opere di quattro artisti italiani: Lucio Del Pezzo, Mario Schifano, Emilio Tadini e Valerio Adami. Caratterizzata da un'inventiva comunicativa senza precedenti, Studio Marconi ha segnato l'inizio di uno spazio di sperimentazione e dialogo tra artisti.
Oltre a essere galleria, Studio Marconi è stato anche editore, sviluppando una linea editoriale che ha anticipato i moderni magazine di settore. Artisti come Gianfranco Pardi, Emilio Tadini e Bruno Di Bello hanno collaborato attivamente a questo processo, offrendo il proprio contributo alle pubblicazioni e suggerendo persino il nome della galleria: Studio Marconi, “un luogo in cui si espone, si studia, si progetta e si discute”.
Non solo impresa individuale, dunque, ma prodotto di équipe, punto di convergenza di storie, proposte e orientamenti.
I frequenti viaggi di Marconi, soprattutto a Londra, gli hanno permesso di stringere importanti collaborazioni, come quella con il celebre mercante d'arte Robert Fraser e con gli artisti della Pop Art inglese: Peter Blake, Patrick Caulfield, Richard Hamilton, David Hockney, Eduardo Paolozzi, e Joe Tilson.
Lo Studio Marconi è diventato presto un punto di riferimento cruciale nella vita culturale di Milano, più simile a uno spazio museale che a una semplice galleria privata. Ha presentato giovani artisti emergenti e maestri già affermati, sia a livello nazionale che internazionale, tra cui Joseph Beuys, Alberto Burri, Alexander Calder, Gianni Colombo, Willem De Kooning, Sonia Delaunay, Antonio Dias, Lucio Fontana, Man Ray, Giuseppe Maraniello, Joan Miró, Louise Nevelson, Giulio Paolini, Francis Picabia, Mimmo Rotella, Aldo Spoldi, Antoni Tápies, Giuseppe Uncini, Franco Vaccari e William Wiley.
Con l’ultima mostra dell'artista cinese Hsiao Chin nel dicembre del 1992 Studio Marconi ha chiuso la sua programmazione. Subito dopo ha avuto inizio un nuovo importante capitolo nella storia dell'arte milanese con la nascita della Galleria Gió Marconi, fondata insieme al figlio Gió, e successivamente, nel 2004, con la Fondazione Marconi. Da qui in poi l’obiettivo è stato quello di continuare a lavorare con gli artisti e i loro archivi per promuovere mostre di rilievo in Italia e all'estero. Nel 2018, Giorgio Marconi ha ricevuto il premio ANGAMC alla carriera, conferitogli dall'Associazione Nazionale delle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea.
Oggi la Fondazione Marconi possiede un vasto archivio in costante aggiornamento, documentando così oltre cinquant'anni di ricerca nel campo dell'arte moderna e contemporanea, sia nazionale che internazionale.
Giorgio Marconi si spegne a Milano il 20 maggio 2024
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