GiulioPAOLINI
Biografia
La ricerca di matrice concettuale di Giulio Paolini si concentra su temi che indagano la concezione, la manifestazione e la visione dell’opera.
Oltre a esaminare gli elementi compositivi del dipinto, l’attenzione di Paolini è rivolta alle convenzioni dell’atto visivo e alle relazioni esistenti tra tutti gli attori dell’esperienza artistica: l’autore, l’opera, lo spettatore e lo spazio espositivo.
Le sue opere sono segnate da una dichiarata teatralità che si esprime attraverso citazioni, repliche e frammenti tratti dal repertorio classico e mitologico.
Giulio Paolini nasce a Genova nel 1940 e nel 1952 si trasferisce a Torino.
Espone al Premio Lissone nel 1961 e nel 1964 tiene la sua prima personale alla Galleria La Salita di Roma. Nel 1967, su invito di Germano Celant, partecipa alla collettiva dedicata all’arte povera alla Galleria La Bertesca di Genova. Seguono innumerevoli mostre in gallerie e musei di tutto il mondo.
Tra le maggiori antologiche si ricordano quelle al Palazzo della Pilotta a Parma (1976), allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1980), al Nouveau Musée di Villeurbanne (1984), alla Staatsgalerie di Stoccarda (1986), alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma (1988), alla Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum di Graz (1998), alla Fondazione Prada a Milano (2003), al Kunstmuseum di Winterthur (2005) e alla Whitechapel Gallery a Londra (2014).
Partecipa a diverse mostre di Arte povera ed è più volte invitato alla Documenta di Kassel (1972, 1977, 1982, 1992) e alla Biennale di Venezia (1970, 1976, 1978, 1980, 1984, 1986, 1993, 1995, 1997, 2013).
Grafico di formazione, ha sempre nutrito un particolare interesse per il campo editoriale e la pagina scritta e curato personalmente libri in cui ha raccolto le sue riflessioni: da Idem, con un’introduzione di Italo Calvino, pubblicato da Einaudi (1975) ai recenti Quattro passi. Nel museo senza muse (Einaudi, Torino 2006), Dall’Atlante al Vuoto in ordine alfabetico (Electa, Milano 2010) e L’autore che credeva di esistere, (Johan & Levi, Milano 2012).
Numerose sono le pubblicazioni dedicate alla sua produzione artistica: dalla prima monografia di Germano Celant (Sonnabend Press, New York 1972), al volume di Francesco Poli (Lindau, Torino 1990) fino al catalogo ragionato delle opere datate dal 1960 al 1999, curato da Maddalena Disch (Skira, Milano 2008).
Dal 1969 ha realizzato anche scene e costumi per rappresentazioni teatrali, tra cui si distinguono i progetti ideati con Carlo Quartucci negli anni Ottanta e le recenti scenografie per due opere di Richard Wagner per la regia di Federico Tiezzi (2005, 2007).
L’artista divide la sua attività tra l’Italia e la Francia.
Oltre a esaminare gli elementi compositivi del dipinto, l’attenzione di Paolini è rivolta alle convenzioni dell’atto visivo e alle relazioni esistenti tra tutti gli attori dell’esperienza artistica: l’autore, l’opera, lo spettatore e lo spazio espositivo.
Le sue opere sono segnate da una dichiarata teatralità che si esprime attraverso citazioni, repliche e frammenti tratti dal repertorio classico e mitologico.
Giulio Paolini nasce a Genova nel 1940 e nel 1952 si trasferisce a Torino.
Espone al Premio Lissone nel 1961 e nel 1964 tiene la sua prima personale alla Galleria La Salita di Roma. Nel 1967, su invito di Germano Celant, partecipa alla collettiva dedicata all’arte povera alla Galleria La Bertesca di Genova. Seguono innumerevoli mostre in gallerie e musei di tutto il mondo.
Tra le maggiori antologiche si ricordano quelle al Palazzo della Pilotta a Parma (1976), allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1980), al Nouveau Musée di Villeurbanne (1984), alla Staatsgalerie di Stoccarda (1986), alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma (1988), alla Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum di Graz (1998), alla Fondazione Prada a Milano (2003), al Kunstmuseum di Winterthur (2005) e alla Whitechapel Gallery a Londra (2014).
Partecipa a diverse mostre di Arte povera ed è più volte invitato alla Documenta di Kassel (1972, 1977, 1982, 1992) e alla Biennale di Venezia (1970, 1976, 1978, 1980, 1984, 1986, 1993, 1995, 1997, 2013).
Grafico di formazione, ha sempre nutrito un particolare interesse per il campo editoriale e la pagina scritta e curato personalmente libri in cui ha raccolto le sue riflessioni: da Idem, con un’introduzione di Italo Calvino, pubblicato da Einaudi (1975) ai recenti Quattro passi. Nel museo senza muse (Einaudi, Torino 2006), Dall’Atlante al Vuoto in ordine alfabetico (Electa, Milano 2010) e L’autore che credeva di esistere, (Johan & Levi, Milano 2012).
Numerose sono le pubblicazioni dedicate alla sua produzione artistica: dalla prima monografia di Germano Celant (Sonnabend Press, New York 1972), al volume di Francesco Poli (Lindau, Torino 1990) fino al catalogo ragionato delle opere datate dal 1960 al 1999, curato da Maddalena Disch (Skira, Milano 2008).
Dal 1969 ha realizzato anche scene e costumi per rappresentazioni teatrali, tra cui si distinguono i progetti ideati con Carlo Quartucci negli anni Ottanta e le recenti scenografie per due opere di Richard Wagner per la regia di Federico Tiezzi (2005, 2007).
L’artista divide la sua attività tra l’Italia e la Francia.