Comunicato stampa
Schifano 1960-1964
Dal monocromo alla strada
Inaugurazione: 9 febbraio 2005
10 febbraio - 26 marzo 2005
Dal monocromo alla strada
Inaugurazione: 9 febbraio 2005
10 febbraio - 26 marzo 2005
La Fondazione Marconi è lieta di presentare la seconda mostra dopo la recente inaugurazione dello spazio nelle sue nuove vesti, nella sede di via Tadino 15.
La mostra Schifano 1960-1964. Dal monocromo alla strada si inserisce nell'attività di valorizzazione di importanti fondi e collezioni di artisti del Novecento, da Man Ray a Sonia Delaunay, da Lucio Fontana a Gianni Colombo, da Enrico Baj a Emilio Tadini. Attività che la Fondazione intende portare avanti insieme alle collaborazioni con musei e istituzioni pubbliche e private.
Giorgio Marconi "scovò" Mario Schifano a Roma e lo portò a Milano esponendolo alla mostra inaugurale del suo Studio nel novembre 1965 insieme a Valerio Adami, Lucio Del Pezzo ed Emilio Tadini.
Da quel momento nacquero una collaborazione e un'amicizia che resero Schifano uno degli artisti più rappresentativi dello Studio.
Schifano, che in ogni suo quadro rimette in gioco tutte le sue convinzioni, è genio e sregolatezza.
La sua opera si colloca all'interno delle correnti artistiche legate ad "una nuova oggettività" attenta come non mai alle impronte della città e allo spazio umano ed in cui il rapporto con il mondo è mediato dai "mezzi di massa" (il film, il segnale, il fumetto, la pubblicità).
Il pittore capisce prima di tanti altri che è compito dell'artista accettare criticamente questi nuovi strumenti, che saranno emblema della pop art made in USA, evitando che diventino il "fine" della propria espressione artistica.
La mostra raccoglierà i lavori dei primi anni Sessanta, 164 opere, ripercorrendo il suo viaggio dal "monocromo", che è espressione dell'azzeramento delle precedenti avanguardie e della pittura informale, passando per la "strada" con il nuovo paesaggio che è parte del "Pop".
Percorso così descritto dallo stesso Schifano: "I miei monocromi sono pittura grondante […] Quando usavo – e quando uso – il colore industriale volevo dare un significato emblematico alla pittura. Non volevo sfumature, perciò sceglievo il colore-blocco il colore-barattolo".
Il monocromo di Schifano è un campo di germinazione che agisce e che si dispone a produrre qualcos'altro.
La mostra Schifano 1960-1964. Dal monocromo alla strada si inserisce nell'attività di valorizzazione di importanti fondi e collezioni di artisti del Novecento, da Man Ray a Sonia Delaunay, da Lucio Fontana a Gianni Colombo, da Enrico Baj a Emilio Tadini. Attività che la Fondazione intende portare avanti insieme alle collaborazioni con musei e istituzioni pubbliche e private.
Giorgio Marconi "scovò" Mario Schifano a Roma e lo portò a Milano esponendolo alla mostra inaugurale del suo Studio nel novembre 1965 insieme a Valerio Adami, Lucio Del Pezzo ed Emilio Tadini.
Da quel momento nacquero una collaborazione e un'amicizia che resero Schifano uno degli artisti più rappresentativi dello Studio.
Schifano, che in ogni suo quadro rimette in gioco tutte le sue convinzioni, è genio e sregolatezza.
La sua opera si colloca all'interno delle correnti artistiche legate ad "una nuova oggettività" attenta come non mai alle impronte della città e allo spazio umano ed in cui il rapporto con il mondo è mediato dai "mezzi di massa" (il film, il segnale, il fumetto, la pubblicità).
Il pittore capisce prima di tanti altri che è compito dell'artista accettare criticamente questi nuovi strumenti, che saranno emblema della pop art made in USA, evitando che diventino il "fine" della propria espressione artistica.
La mostra raccoglierà i lavori dei primi anni Sessanta, 164 opere, ripercorrendo il suo viaggio dal "monocromo", che è espressione dell'azzeramento delle precedenti avanguardie e della pittura informale, passando per la "strada" con il nuovo paesaggio che è parte del "Pop".
Percorso così descritto dallo stesso Schifano: "I miei monocromi sono pittura grondante […] Quando usavo – e quando uso – il colore industriale volevo dare un significato emblematico alla pittura. Non volevo sfumature, perciò sceglievo il colore-blocco il colore-barattolo".
Il monocromo di Schifano è un campo di germinazione che agisce e che si dispone a produrre qualcos'altro.
La mostra curata da Giorgio Marconi, direttore della Fondazione Marconi ed esperto dell'opera di Mario Schifano, raccoglie un centinaio di opere di importanti collezioni private e pubbliche, tra cui la GAM di Torino, il Civico Museo d'Arte Contemporanea di Milano, il CSAC dell'Univeristà di Parma, la GNAM di Roma.
Dalla collezione di Ileana Sonnabend, la famosa gallerista di New York con cui Schifano lavorò agli inizi della sua carriera, provengono appositamente per questa mostra due opere significative: Cleopatra's Dream del 1960-61 e A De Chirico del 1962.
Collezionisti storici di Schifano, di Roma, Terni, Parma, Bologna, Modena, Padova, Como, Torino, Milano, hanno acconsentito al prestito di opere di Schifano dal 1960 agli inizi del 1964 considerate unanimamente capolavori dell'artista.
La mostra sarà accompagnata da un volume Schifano 1960-1964. Dal monocromo alla strada di 208 pagine edito da Skira con la riproduzione a colori di 165 immagini e un’ampia selezione di testi critici d'epoca tra cui quelli di Achille Bonito Oliva, Maurizio Calvesi, Germano Celant, Maurizio Fagiolo dell'Arco, Filiberto Menna, Arturo Carlo Quintavalle, Pierre Restany, Pier Luigi Tazzi, Giorgio Verzotti.
La mostra è stata realizzata grazie anche al contributo di Risanamento S.p.A., property company del Gruppo Zunino.
Dalla collezione di Ileana Sonnabend, la famosa gallerista di New York con cui Schifano lavorò agli inizi della sua carriera, provengono appositamente per questa mostra due opere significative: Cleopatra's Dream del 1960-61 e A De Chirico del 1962.
Collezionisti storici di Schifano, di Roma, Terni, Parma, Bologna, Modena, Padova, Como, Torino, Milano, hanno acconsentito al prestito di opere di Schifano dal 1960 agli inizi del 1964 considerate unanimamente capolavori dell'artista.
La mostra sarà accompagnata da un volume Schifano 1960-1964. Dal monocromo alla strada di 208 pagine edito da Skira con la riproduzione a colori di 165 immagini e un’ampia selezione di testi critici d'epoca tra cui quelli di Achille Bonito Oliva, Maurizio Calvesi, Germano Celant, Maurizio Fagiolo dell'Arco, Filiberto Menna, Arturo Carlo Quintavalle, Pierre Restany, Pier Luigi Tazzi, Giorgio Verzotti.
La mostra è stata realizzata grazie anche al contributo di Risanamento S.p.A., property company del Gruppo Zunino.