Comunicato stampa
Mimmo Rotella
“Retro-d’affiche”
Inaugurazione: 19 marzo 2013
20 marzo - 15 maggio 2013
“Retro-d’affiche”
Inaugurazione: 19 marzo 2013
20 marzo - 15 maggio 2013
La Fondazione Marconi ha il piacere di annunciare la mostra Mimmo Rotella. “Rétro-d’affiche” che presenta una selezione di circa trenta rétro-décollages dell’artista.
Agli inizi degli anni Cinquanta, Mimmo Rotella, dopo esperienze artistiche di vario genere, approda al collage, tecnica che gli permette di sperimentare e soprattutto di abbandonare quella pittura tradizionale che sentiva così lontana ed estranea al suo sentire.
È in quel periodo che Rotella rimane colpito dai manifesti affissi sui muri di Piazza del Popolo a Roma e comincia ad appropriarsene: "Rimasi impressionato dai muri tappezzati di manifesti lacerati. Mi affascinavano letteralmente, anche perché pensavo allora che la pittura era finita e che bisognava scoprire qualcosa di nuovo, di vivo e di attuale. Sicché la sera cominciavo a lacerare questi manifesti, a strapparli, dai muri, e li portavo in studio, componendoli o lasciandoli tali e quali erano, tali e quali li vedevo. Ecco come è nato il 'décollage'.”
L’artista strappa i manifesti dai muri e li riporta direttamente sulla tela, una volta incollati sul supporto questi vengono nuovamente lavorati dall’autore.
Le composizioni sono ottenute utilizzando indifferentemente il fronte e/o il retro del manifesto.
Queste sovrapposizioni di carte lacerate non sono mai casuali, ma eseguite con l’intenzione di ottenere un equilibrio compositivo, con precisi rapporti cromatici e materici.
"Quando espone il dritto del manifesto, Rotella accentua gli effetti di colore mediante lo spessore dei frammenti incollati, quando espone il retro del manifesto, accentua gli effetti di materia mediante le colorazioni grigie o rossastre lasciate dai muri e dalle intemperie." (T. Trini)
Agli inizi degli anni Cinquanta, Mimmo Rotella, dopo esperienze artistiche di vario genere, approda al collage, tecnica che gli permette di sperimentare e soprattutto di abbandonare quella pittura tradizionale che sentiva così lontana ed estranea al suo sentire.
È in quel periodo che Rotella rimane colpito dai manifesti affissi sui muri di Piazza del Popolo a Roma e comincia ad appropriarsene: "Rimasi impressionato dai muri tappezzati di manifesti lacerati. Mi affascinavano letteralmente, anche perché pensavo allora che la pittura era finita e che bisognava scoprire qualcosa di nuovo, di vivo e di attuale. Sicché la sera cominciavo a lacerare questi manifesti, a strapparli, dai muri, e li portavo in studio, componendoli o lasciandoli tali e quali erano, tali e quali li vedevo. Ecco come è nato il 'décollage'.”
L’artista strappa i manifesti dai muri e li riporta direttamente sulla tela, una volta incollati sul supporto questi vengono nuovamente lavorati dall’autore.
Le composizioni sono ottenute utilizzando indifferentemente il fronte e/o il retro del manifesto.
Queste sovrapposizioni di carte lacerate non sono mai casuali, ma eseguite con l’intenzione di ottenere un equilibrio compositivo, con precisi rapporti cromatici e materici.
"Quando espone il dritto del manifesto, Rotella accentua gli effetti di colore mediante lo spessore dei frammenti incollati, quando espone il retro del manifesto, accentua gli effetti di materia mediante le colorazioni grigie o rossastre lasciate dai muri e dalle intemperie." (T. Trini)
Il gesto di strappare i suoi décollages, oltre ad essere una chiara ammissione di dissenso nei confronti della pittura tradizionale, è per Rotella il modo di appropriarsi di un aspetto del reale, infatti nel 1961 verrà inserito da Pierre Restany nel gruppo del Nouveau Réalisme.
La mostra alla Fondazione Marconi, allestita sui due piani dello spazio espositivo, presenta al pubblico una selezione di rétro-décollage dall’inizio degli anni Cinquanta ai primi anni Sessanta, tra cui Nebuloso, 1954, Terrestre, 1956, Argentina, 1957, Materico, 1959.
Dopo il 1960 infatti Rotella abbandonerà le opere puramente astratte facendo emergere nei suoi manifesti dettagli di parole, di corpi, di sguardi, di volti, come quello di Marilyn del quale sono presentate alcune litografie allo Studio Marconi ’65, dove la mostra prosegue.
Nello spazio di via Tadino 17 saranno esposte inoltre diverse operazioni grafiche, fotolito e frottage (tecnica con cui l’immagine è ottenuta sul foglio passando dei solventi sulla pagina stampata), che Rotella realizza negli anni Settanta partendo dalla pubblicità o da immagini trovate sulle riviste.
La mostra alla Fondazione Marconi, allestita sui due piani dello spazio espositivo, presenta al pubblico una selezione di rétro-décollage dall’inizio degli anni Cinquanta ai primi anni Sessanta, tra cui Nebuloso, 1954, Terrestre, 1956, Argentina, 1957, Materico, 1959.
Dopo il 1960 infatti Rotella abbandonerà le opere puramente astratte facendo emergere nei suoi manifesti dettagli di parole, di corpi, di sguardi, di volti, come quello di Marilyn del quale sono presentate alcune litografie allo Studio Marconi ’65, dove la mostra prosegue.
Nello spazio di via Tadino 17 saranno esposte inoltre diverse operazioni grafiche, fotolito e frottage (tecnica con cui l’immagine è ottenuta sul foglio passando dei solventi sulla pagina stampata), che Rotella realizza negli anni Settanta partendo dalla pubblicità o da immagini trovate sulle riviste.