MimmoROTELLA
Mimmo Rotella e Giorgio Marconi. Una storia d’arte e di amicizia
11.2016–02.2017
Mimmo Rotella e Giorgio Marconi. Una storia d’arte e di amicizia
11.2016–02.2017
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Mimmo Rotella, Installation View, Mimmo Rotella e Giorgio Marconi. Una storia d’arte e di amicizia, Fondazione Marconi, Milano, 2016
Comunicato stampa
Mimmo Rotella e Giorgio Marconi
Una storia d’arte e di amicizia
Inaugurazione: 24 novembre 2016
25 novembre – 4 febbraio 2017
Una storia d’arte e di amicizia
Inaugurazione: 24 novembre 2016
25 novembre – 4 febbraio 2017
La mostra, a pochi anni dall’ultima esposizione sui retro d’affiches (2013) dedicata all’artista dalla Fondazione Marconi, si inserisce nell’ambito della rassegna Mimmo Rotella 2016, avviata sin dallo scorso settembre in diverse sedi espositive di Milano. Il doveroso omaggio, che coincide con la ricorrenza dei dieci anni dalla scomparsa di Mimmo Rotella (Catanzaro 1918 - Milano 2006), è promosso dal Mimmo Rotella Institute.
Nato per volontà di Inna e Aghnessa Rotella nel 2012, con lo scopo di realizzare il catalogo ragionato e promuovere a livello nazionale e internazionale la conoscenza e la tutela della figura e dell’arte di Mimmo Rotella, il Mimmo Rotella Institute è diretto da Antonella Soldaini con il supporto scientifico di Veronica Locatelli.
La rassegna Mimmo Rotella 2016 intende porre in rilievo e valorizzare la multiforme produzione dell’artista il quale, oltre ai celebri décollages e retro d’affiches, ha realizzato una serie di opere – sperimentando diverse tecniche – come i riporti fotografici, gli artypos, gli effaçages, i frottages, le sculture, i blanks e le sovrapitture.
Agli inizi degli anni Cinquanta, Mimmo Rotella rimane colpito dai manifesti affissi sui muri di Piazza del Popolo a Roma e comincia ad appropriarsene.
L’artista inizia a strapparli e li riporta direttamente sulla tela; una volta incollati sul supporto li elabora ulteriormente, intervenendo indifferentemente su fronte e/o sul retro.
Nascono così i décollages, ovvero sovrapposizioni di carte lacerate, mai casuali, eseguite con l’intenzione di ottenere un equilibrio compositivo, con precisi rapporti cromatici e materici. Oltre a una chiara ammissione di dissenso nei confronti della pittura tradizionale, il gesto di strappare i manifesti è per Rotella il modo di appropriarsi di un aspetto del reale, infatti nel 1960 verrà inserito da Pierre Restany nel gruppo del Nouveau Réalisme.
Nato per volontà di Inna e Aghnessa Rotella nel 2012, con lo scopo di realizzare il catalogo ragionato e promuovere a livello nazionale e internazionale la conoscenza e la tutela della figura e dell’arte di Mimmo Rotella, il Mimmo Rotella Institute è diretto da Antonella Soldaini con il supporto scientifico di Veronica Locatelli.
La rassegna Mimmo Rotella 2016 intende porre in rilievo e valorizzare la multiforme produzione dell’artista il quale, oltre ai celebri décollages e retro d’affiches, ha realizzato una serie di opere – sperimentando diverse tecniche – come i riporti fotografici, gli artypos, gli effaçages, i frottages, le sculture, i blanks e le sovrapitture.
Agli inizi degli anni Cinquanta, Mimmo Rotella rimane colpito dai manifesti affissi sui muri di Piazza del Popolo a Roma e comincia ad appropriarsene.
L’artista inizia a strapparli e li riporta direttamente sulla tela; una volta incollati sul supporto li elabora ulteriormente, intervenendo indifferentemente su fronte e/o sul retro.
Nascono così i décollages, ovvero sovrapposizioni di carte lacerate, mai casuali, eseguite con l’intenzione di ottenere un equilibrio compositivo, con precisi rapporti cromatici e materici. Oltre a una chiara ammissione di dissenso nei confronti della pittura tradizionale, il gesto di strappare i manifesti è per Rotella il modo di appropriarsi di un aspetto del reale, infatti nel 1960 verrà inserito da Pierre Restany nel gruppo del Nouveau Réalisme.
Di questa modalità operativa e della prolifica produzione di Rotella che subirà negli anni numerose mutazioni ed evoluzioni, lo Studio Marconi sarà, a Milano, un osservatorio privilegiato. Mimmo Rotella e Giorgio Marconi infatti si conoscono già negli anni Sessanta, quando Rotella viaggia spesso tra Milano e Roma, ma il loro lungo e proficuo sodalizio inizia qualche anno più tardi, con un’esposizione importante: Rotella ‘coperture’ 1980 (1981).
È questo il momento in cui vengono esposti per la prima volta i “blanks”.
Così li definisce Pierre Restany “giudice attento e sicuro” della sua evoluzione artistica. Sono opere che evidenziano il nulla, il crollo informativo del manifesto, segnando il momento in cui il loro tempo di esposizione è definitivamente scaduto.
“Per cancellare i messaggi visuali sovrapposti sui pannelli pubblicitari, gli specialisti li ricoprono d’uno strato di carta vergine, generalmente bianca. Nelle pieghe, nelle fessure, nelle sgualciture e nelle crepe di questo bianco, l’istinto appropriativo di Rotella ha riconosciuto di primo acchito la qualità di un vuoto pieno, la presenza dell’assenza e il luogo dell’attesa di un’infinità di immagini.” (P. Restany, Rotella ‘coperture’ 1980, 1981)
Segue di pochi anni la mostra Cinecittà 2 Cine Rotella (1984) in cui vengono esposte opere realizzate a partire da manifesti dedicati al cinema hollywoodiano e ai film anni Sessanta che l’artista dapprima rifotografa a colori per poi stampare nel formato desiderato ed elaborare con interventi pittorici.
La collaborazione di Mimmo Rotella con Studio Marconi continua con una serie di mostre cruciali: Rotella. Décollages 1954-1964 (1986); Mimmo Rotella. ‘Sovrapitture 1987’ (1988); Lamiere (poi a Napoli, Show Room Castelli, 1989); Avanguardia ‘60 Baj Rotella Spoerri (1990); Mimmo Rotella. Ready Made 1990-1991 (1991); Rotella for Swatch (1994); Mimmo Rotella. L’arte oggi (1999).
Anche dopo la scomparsa dell’artista, la Fondazione Marconi prosegue nell’organizzazione di mostre monografiche incentrate sulla sua produzione come Mimmo Rotella. Opere 1949- 1998 (2010) e Mimmo Rotella. Retro d’affiche (2013).
Oggi la collezione Marconi comprende opere che vanno dai primi décollages, eseguiti all’inizio degli anni Cinquanta, fino ad arrivare alle sovrapitture degli anni Ottanta e Novanta.
La vasta e importante selezione permette un ulteriore approfondimento sul contributo artistico di Rotella, sviluppatosi con tecniche e attraverso linguaggi diversi durante tutto il percorso della sua carriera. Tra i lavori esposti figurano: Estropeado (1960), Le cachet (1960), Scotch Brand (1960), Il punto e mezzo (1962), Mitologia (1962), Viva America (1963), il grande blank Senza titolo (1980-81), La lezione di anatomia (1987).
È questo il momento in cui vengono esposti per la prima volta i “blanks”.
Così li definisce Pierre Restany “giudice attento e sicuro” della sua evoluzione artistica. Sono opere che evidenziano il nulla, il crollo informativo del manifesto, segnando il momento in cui il loro tempo di esposizione è definitivamente scaduto.
“Per cancellare i messaggi visuali sovrapposti sui pannelli pubblicitari, gli specialisti li ricoprono d’uno strato di carta vergine, generalmente bianca. Nelle pieghe, nelle fessure, nelle sgualciture e nelle crepe di questo bianco, l’istinto appropriativo di Rotella ha riconosciuto di primo acchito la qualità di un vuoto pieno, la presenza dell’assenza e il luogo dell’attesa di un’infinità di immagini.” (P. Restany, Rotella ‘coperture’ 1980, 1981)
Segue di pochi anni la mostra Cinecittà 2 Cine Rotella (1984) in cui vengono esposte opere realizzate a partire da manifesti dedicati al cinema hollywoodiano e ai film anni Sessanta che l’artista dapprima rifotografa a colori per poi stampare nel formato desiderato ed elaborare con interventi pittorici.
La collaborazione di Mimmo Rotella con Studio Marconi continua con una serie di mostre cruciali: Rotella. Décollages 1954-1964 (1986); Mimmo Rotella. ‘Sovrapitture 1987’ (1988); Lamiere (poi a Napoli, Show Room Castelli, 1989); Avanguardia ‘60 Baj Rotella Spoerri (1990); Mimmo Rotella. Ready Made 1990-1991 (1991); Rotella for Swatch (1994); Mimmo Rotella. L’arte oggi (1999).
Anche dopo la scomparsa dell’artista, la Fondazione Marconi prosegue nell’organizzazione di mostre monografiche incentrate sulla sua produzione come Mimmo Rotella. Opere 1949- 1998 (2010) e Mimmo Rotella. Retro d’affiche (2013).
Oggi la collezione Marconi comprende opere che vanno dai primi décollages, eseguiti all’inizio degli anni Cinquanta, fino ad arrivare alle sovrapitture degli anni Ottanta e Novanta.
La vasta e importante selezione permette un ulteriore approfondimento sul contributo artistico di Rotella, sviluppatosi con tecniche e attraverso linguaggi diversi durante tutto il percorso della sua carriera. Tra i lavori esposti figurano: Estropeado (1960), Le cachet (1960), Scotch Brand (1960), Il punto e mezzo (1962), Mitologia (1962), Viva America (1963), il grande blank Senza titolo (1980-81), La lezione di anatomia (1987).