Comunicato stampa
Man Ray 1944
Presentazione libro e inaugurazione: 6 novembre 2012
7 novembre – 24 novembre 2012
Presentazione libro e inaugurazione: 6 novembre 2012
7 novembre – 24 novembre 2012
La Fondazione Marconi è lieta di presentare al pubblico, con Antonio D’Orrico, Janus, Giorgio Marconi e Carlo Cambi, il romanzo inedito scritto da Man Ray, 1944.
Il testo viene pubblicato per la prima volta in inglese, nella sua riproduzione anastatica da Carlo Cambi Editore, accompagnato da una nuova traduzione in italiano (la prima versione italiana apparve nel lontano 1981 all’interno del volume Man Ray Tutti gli scritti, curato da Janus, Feltrinelli editore).
1944 fu scritto a mano da Man Ray in un grosso quaderno rilegato, sul dorso una piccola etichetta disegnata dall’artista. Una grossa macchia di inchiostro nero compare sulla prima pagina, quasi a rappresentare l’origine da cui tutte le parole del testo scaturiscono. Il romanzo, diviso in tre capitoli, è introdotto da una breve prefazione di Man Ray, in cui cerca di definire il carattere della parola e da un testo critico scritto appositamente da Janus, il più autorevole studioso di Man Ray e amico dell’artista.
Fu proprio a lui che Man Ray affidò le sue pagine. Incompleto nella parte iniziale e in quella finale, le prime pagine della versione inglese sono state strappate misteriosamente dopo la morte dell’artista e la storia si interrompe all’improvviso senza una conclusione. Questa incompletezza è parte integrante del suo fascino.
1944 è il titolo del romanzo, anno in cui il mondo è ancora teatro della terrificante Seconda Guerra Mondiale; di solito nei titoli delle sue opere Man Ray è sempre stato molto più originale, ma probabilmente l’artista intuisce l’importanza che quell’anno avrebbe rivestito per il corso della storia, intravedendo la fine della guerra e con essa l’illusione di un mondo più sicuro. Il protagonista è Robor, un personaggio smarrito nei meandri di una metropoli immaginaria.
Il testo viene pubblicato per la prima volta in inglese, nella sua riproduzione anastatica da Carlo Cambi Editore, accompagnato da una nuova traduzione in italiano (la prima versione italiana apparve nel lontano 1981 all’interno del volume Man Ray Tutti gli scritti, curato da Janus, Feltrinelli editore).
1944 fu scritto a mano da Man Ray in un grosso quaderno rilegato, sul dorso una piccola etichetta disegnata dall’artista. Una grossa macchia di inchiostro nero compare sulla prima pagina, quasi a rappresentare l’origine da cui tutte le parole del testo scaturiscono. Il romanzo, diviso in tre capitoli, è introdotto da una breve prefazione di Man Ray, in cui cerca di definire il carattere della parola e da un testo critico scritto appositamente da Janus, il più autorevole studioso di Man Ray e amico dell’artista.
Fu proprio a lui che Man Ray affidò le sue pagine. Incompleto nella parte iniziale e in quella finale, le prime pagine della versione inglese sono state strappate misteriosamente dopo la morte dell’artista e la storia si interrompe all’improvviso senza una conclusione. Questa incompletezza è parte integrante del suo fascino.
1944 è il titolo del romanzo, anno in cui il mondo è ancora teatro della terrificante Seconda Guerra Mondiale; di solito nei titoli delle sue opere Man Ray è sempre stato molto più originale, ma probabilmente l’artista intuisce l’importanza che quell’anno avrebbe rivestito per il corso della storia, intravedendo la fine della guerra e con essa l’illusione di un mondo più sicuro. Il protagonista è Robor, un personaggio smarrito nei meandri di una metropoli immaginaria.
Robor in latino significa forza virile ma anche vigore intellettuale; è un nome che può essere letto anche al contrario, come tutti i surrealisti Man Ray amava i giochi di parole. Il protagonista del romanzo è un aviatore, è stato anche pittore prima della guerra, e va verso un mondo immaginario per provare a cancellare quelle immagini di violenza e di morte che tanto lo hanno impressionato.
“Il senso di questo romanzo risiede in un capovolgimento, se Robor è una parola che può essere letta in entrambi i sensi, anche la storia ha la stessa ambivalenza, è pace ed è guerra nello stesso momento”, dice Janus. Probabilmente, continua sempre Janus, “questo romanzo è una specie di trattato sulla pittura e sulla letteratura, un tentativo di far convivere le due attività.”
In occasione della pubblicazione del libro, la Fondazione Marconi presenta una mostra con alcune opere di Man Ray realizzate nel periodo in cui è stato scritto 1944.
Nel 1940 Man Ray è costretto ad abbandonare Parigi e a rifugiarsi a Los Angeles, dove incontra personalità importanti, ottiene riconoscimenti e diverse mostre e qui soprattutto conoscerà Juliet Browner, sua musa, modella e dal 1946 moglie a cui dedicherà la bellissima serie di fotografie The Fifty Faces of Juliet, di cui alcune sono presentate in mostra.
Sono esposti inoltre alcuni disegni dalla serie Studies for Leda & Romeo or Juliet, gioco di illusioni ottiche, uno dei suoi “oggetti d’affezione” Contraption (Marchingegno) (1944), diverse fotografie tra cui Chessboard (1942) che è anche l’immagine con cui si interrompe il romanzo: Robor si addentra in un luogo surreale simile ad un cafè o ad un night club, popolato da donne nude e “qua e là vi è una coppia china su una scacchiera” (Man Ray), “una mescolanza di sogni e ricordi che sembra talmente forte da arrestare la penna dell’autore” (Janus).
“Il senso di questo romanzo risiede in un capovolgimento, se Robor è una parola che può essere letta in entrambi i sensi, anche la storia ha la stessa ambivalenza, è pace ed è guerra nello stesso momento”, dice Janus. Probabilmente, continua sempre Janus, “questo romanzo è una specie di trattato sulla pittura e sulla letteratura, un tentativo di far convivere le due attività.”
In occasione della pubblicazione del libro, la Fondazione Marconi presenta una mostra con alcune opere di Man Ray realizzate nel periodo in cui è stato scritto 1944.
Nel 1940 Man Ray è costretto ad abbandonare Parigi e a rifugiarsi a Los Angeles, dove incontra personalità importanti, ottiene riconoscimenti e diverse mostre e qui soprattutto conoscerà Juliet Browner, sua musa, modella e dal 1946 moglie a cui dedicherà la bellissima serie di fotografie The Fifty Faces of Juliet, di cui alcune sono presentate in mostra.
Sono esposti inoltre alcuni disegni dalla serie Studies for Leda & Romeo or Juliet, gioco di illusioni ottiche, uno dei suoi “oggetti d’affezione” Contraption (Marchingegno) (1944), diverse fotografie tra cui Chessboard (1942) che è anche l’immagine con cui si interrompe il romanzo: Robor si addentra in un luogo surreale simile ad un cafè o ad un night club, popolato da donne nude e “qua e là vi è una coppia china su una scacchiera” (Man Ray), “una mescolanza di sogni e ricordi che sembra talmente forte da arrestare la penna dell’autore” (Janus).