HsiaoCHIN
Hsiao Chin. L'inizio del viaggio... Opere su carta 1960-65 Il viaggio continua... Opere su carta 2012
01.2013–03.2013
Hsiao Chin. L'inizio del viaggio... Opere su carta 1960-65 Il viaggio continua... Opere su carta 2012
01.2013–03.2013
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Hsiao Chin, Installation view, L'inizio del viaggio... Opere su carta 1960-65 Il viaggio continua... Opere su carta 2012, Fondazione Marconi, Milano 2013
Comunicato stampa
Hsiao Chin
L’inizio del viaggio…. Opere su carta 1960 – 1965
Il viaggio continua…. Opere su carta 2012
Inaugurazione: 22 gennaio 2013
23 gennaio – 9 marzo 2013
L’inizio del viaggio…. Opere su carta 1960 – 1965
Il viaggio continua…. Opere su carta 2012
Inaugurazione: 22 gennaio 2013
23 gennaio – 9 marzo 2013
La Fondazione Marconi è lieta di presentare una mostra dedicata alle carte dell’artista cinese Hsiao Chin: al primo piano saranno esposti i nuovi lavori, al secondo le carte realizzate nei primi anni Sessanta.
Tutta la carriera artistica di Hsiao Chin è stata una continua ricerca spirituale, a partire dalla sua formazione, avvenuta a Taipei dove grazie al suo maestro imparò l’importanza dell’equilibrio tra cuore, cervello, mani e occhi e come combinare i colori tra di loro.
L’artista nato a Shangai nel 1935, arriva a Milano nel 1959, allora centro dell’avanguardia artistica, dove conosce Lucio Fontana, Piero Manzoni e gli altri, le loro idee innovative ma nonostante questo contatto con la cultura occidentale non dimentica gli insegnamenti taoisti.
Il taoismo filosofico ha come obiettivo il raggiungimento dell’armonia con il mondo naturale, Cielo, Terra e Uomo in equilibrio tra di loro.
Associata al Tao è la concezione dello Yin e dello Yang, opposti e complementari al tempo stesso.
“Ho voluto ripensare di proposito al Taoismo perché il mondo occidentale era troppo variegato. Proprio per questo decisi di fare un percorso personale in grado di costruire un bagaglio culturale ed esperienziale di azione e di pensiero… per arrivare ad avere una pittura solo mia”. (Hsiao Chin)
Al secondo piano sono esposte le gouaches e gli acquarelli su carta di riso realizzati da Hsiao Chin nei primi anni Sessanta dove sono evidenti i riferimenti a quei principi filosofici: figure geometriche con colori in contrasto tra loro, volumi alternati a spazi vuoti, superfici in cui domina il bianco alternato alle linee sinuose tipiche di quegli anni, in una costante ricerca di equilibrio. Cerchi, quadrati, triangoli…
Le forme che l’artista suggerisce sono prese dalla simbologia. Allora il cerchio è la perfezione, il triangolo rappresenta l’ascensione spirituale, il quadrato è una base grezza in evoluzione.
Tutta la carriera artistica di Hsiao Chin è stata una continua ricerca spirituale, a partire dalla sua formazione, avvenuta a Taipei dove grazie al suo maestro imparò l’importanza dell’equilibrio tra cuore, cervello, mani e occhi e come combinare i colori tra di loro.
L’artista nato a Shangai nel 1935, arriva a Milano nel 1959, allora centro dell’avanguardia artistica, dove conosce Lucio Fontana, Piero Manzoni e gli altri, le loro idee innovative ma nonostante questo contatto con la cultura occidentale non dimentica gli insegnamenti taoisti.
Il taoismo filosofico ha come obiettivo il raggiungimento dell’armonia con il mondo naturale, Cielo, Terra e Uomo in equilibrio tra di loro.
Associata al Tao è la concezione dello Yin e dello Yang, opposti e complementari al tempo stesso.
“Ho voluto ripensare di proposito al Taoismo perché il mondo occidentale era troppo variegato. Proprio per questo decisi di fare un percorso personale in grado di costruire un bagaglio culturale ed esperienziale di azione e di pensiero… per arrivare ad avere una pittura solo mia”. (Hsiao Chin)
Al secondo piano sono esposte le gouaches e gli acquarelli su carta di riso realizzati da Hsiao Chin nei primi anni Sessanta dove sono evidenti i riferimenti a quei principi filosofici: figure geometriche con colori in contrasto tra loro, volumi alternati a spazi vuoti, superfici in cui domina il bianco alternato alle linee sinuose tipiche di quegli anni, in una costante ricerca di equilibrio. Cerchi, quadrati, triangoli…
Le forme che l’artista suggerisce sono prese dalla simbologia. Allora il cerchio è la perfezione, il triangolo rappresenta l’ascensione spirituale, il quadrato è una base grezza in evoluzione.
Evidenti rimandi alla cultura orientale come il calligrafismo cinese si intrecciano ad influssi della cultura occidentale come i colori sfavillanti.
In mostra anche alcune carte della serie “solare” realizzate tra il 1965 e il 1966.
In questo periodo Hsiao Chin inizia a lavorare su forme solari, raggi che partono dal centro e si espandono in ogni direzione, un’esplosione di colore che non va intesa come semplice rappresentazione del sole ma come armonia dell’Uomo con l’Universo, secondo la filosofia cinese Ch’an, rielaborata dall’artista in maniera personale.
Al primo piano invece sono esposte opere realizzate appositamente per l’occasione, 8 carte di grande fomato, di più di 2 m di lunghezza e una decina più piccole.
Energiche pennellate veloci, coraggiosi accostamenti di colori, mai scelti casualmente: “non scelgo i colori di per sè, scelgo la combinazione dei colori perché certe combinazioni vibrano più di altre, un poco come la risonanza in musica; scelgo i colori che insieme vibrano di più”. (Hsiao Chin)
Anche nelle opere più recenti non viene meno la dimensione meditativa di Hsiao, il senso della spiritualità orientale. La mostra prosegue allo Studio Marconi ’65 dove verranno presentati una selezione di multipli su tela e i raku, tecnica di origine giapponese utilizzata per la fabbricazione di ceramiche.
In occasione della mostra sarà pubblicato il Quaderno della Fondazione Marconi n. 9 con immagini delle opere esposte, fotografie e testi critici, notizie bio-bibliografiche.
In mostra anche alcune carte della serie “solare” realizzate tra il 1965 e il 1966.
In questo periodo Hsiao Chin inizia a lavorare su forme solari, raggi che partono dal centro e si espandono in ogni direzione, un’esplosione di colore che non va intesa come semplice rappresentazione del sole ma come armonia dell’Uomo con l’Universo, secondo la filosofia cinese Ch’an, rielaborata dall’artista in maniera personale.
Al primo piano invece sono esposte opere realizzate appositamente per l’occasione, 8 carte di grande fomato, di più di 2 m di lunghezza e una decina più piccole.
Energiche pennellate veloci, coraggiosi accostamenti di colori, mai scelti casualmente: “non scelgo i colori di per sè, scelgo la combinazione dei colori perché certe combinazioni vibrano più di altre, un poco come la risonanza in musica; scelgo i colori che insieme vibrano di più”. (Hsiao Chin)
Anche nelle opere più recenti non viene meno la dimensione meditativa di Hsiao, il senso della spiritualità orientale. La mostra prosegue allo Studio Marconi ’65 dove verranno presentati una selezione di multipli su tela e i raku, tecnica di origine giapponese utilizzata per la fabbricazione di ceramiche.
In occasione della mostra sarà pubblicato il Quaderno della Fondazione Marconi n. 9 con immagini delle opere esposte, fotografie e testi critici, notizie bio-bibliografiche.