GianfrancoPARDI
Gianfranco Pardi. Autoarchitettura
03.2018–05.2018
Gianfranco Pardi. Autoarchitettura
03.2018–05.2018
GianfrancoPARDI
1/7
Gianfranco Pardi
Sistema, 1976
Acrilici su tela, tiranti di ferro e legno.
Installazione
Dimensioni variabili, Ø 280 cm, Tela: 88 x 280 cm
Sistema, 1976
Acrilici su tela, tiranti di ferro e legno.
Installazione
Dimensioni variabili, Ø 280 cm, Tela: 88 x 280 cm
Comunicato stampa
Gianfranco Pardi
Autoarchitettura
Inaugurazione 22 marzo 2018
23 marzo – 12 maggio 2018
Autoarchitettura
Inaugurazione 22 marzo 2018
23 marzo – 12 maggio 2018
La Fondazione Marconi e lo Studio Marconi ’65, in contemporanea con la sede milanese della Cortesi Gallery, sono lieti di dedicare a Gianfranco Pardi un’ampia antologica, a 85 anni dalla sua nascita.
Promosso dall’Archivio Gianfranco Pardi, il progetto, a cura di Bruno Corà, mira a presentare integralmente la ricerca dell’artista milanese, imperniata sullo studio dello spazio e sul rapporto tra astrazione e costruzione.
La riflessione di Pardi sull’architettura inizia già a partire dalla fine degli anni Sessanta.
Con “architettura” l’artista vuole intendere una modalità, un processo creativo, un mezzo attraverso il quale potersi concentrare sulle possibilità costruttive della forma, su esperienze plastiche, che evidentemente rimandano alle utopie dell’avanguardia, al suprematismo e al costruttivismo russi e al neoplasticismo olandese.
La rilettura di Malevič, Tatlin, El Lisitzky e di altri protagonisti di quei movimenti, permette all’artista di cogliere gli elementi ancora vitali di quelle esperienze artistiche, facendone uno dei protagonisti e interlocutori più qualificati nelle vicende della pittura e scultura contemporanee.
L’ampia antologica intende illustrare lo sviluppo dell’indagine artistica di Pardi in ogni sua fase, dalle prime raffigurazioni di interni ed esterni architettonici degli anni Sessanta – come gli Ambienti e i Giardini pensili – ai lavori successivi degli anni Settanta chiamati, appunto, Architetture.
Ai primi anni Ottanta appartengono le serie delle Diagonali, linee rette, il cui ritmo serrato oscilla tra il bianco e il nero, alla ricerca di nuovi montaggi e movimenti.
Seguono le Piante e gli Absidi e i cicli intitolati Cinema e Body Building.
Negli anni Novanta figurano le serie delle Maschere e della Montagna Sainte Victoire, chiaro riferimento a Cézanne e riflessione totale sulla pittura.
Vi sono poi la serie dei Nagjma, che in arabo vuol dire “stella”, nata dai lunghi soggiorni dell’artista a Tangeri, in una sorta di rievocazione del viaggio verso sud vissuto da Paul Klee o Henri Matisse; e i Box realizzati con scatole di cartone, in cui crescente è l’interesse di Pardi per la pittura, pur sempre con elementi geometrici e riferimenti architettonici.
Concludono il percorso i più recenti Senza titolo del 2011, una serie di acrilici su tela in cui la gamma cromatica ridotta a pochi toni, bianchi, neri e grigi, sembra voler richiamare la pittura a fresco.
Promosso dall’Archivio Gianfranco Pardi, il progetto, a cura di Bruno Corà, mira a presentare integralmente la ricerca dell’artista milanese, imperniata sullo studio dello spazio e sul rapporto tra astrazione e costruzione.
La riflessione di Pardi sull’architettura inizia già a partire dalla fine degli anni Sessanta.
Con “architettura” l’artista vuole intendere una modalità, un processo creativo, un mezzo attraverso il quale potersi concentrare sulle possibilità costruttive della forma, su esperienze plastiche, che evidentemente rimandano alle utopie dell’avanguardia, al suprematismo e al costruttivismo russi e al neoplasticismo olandese.
La rilettura di Malevič, Tatlin, El Lisitzky e di altri protagonisti di quei movimenti, permette all’artista di cogliere gli elementi ancora vitali di quelle esperienze artistiche, facendone uno dei protagonisti e interlocutori più qualificati nelle vicende della pittura e scultura contemporanee.
L’ampia antologica intende illustrare lo sviluppo dell’indagine artistica di Pardi in ogni sua fase, dalle prime raffigurazioni di interni ed esterni architettonici degli anni Sessanta – come gli Ambienti e i Giardini pensili – ai lavori successivi degli anni Settanta chiamati, appunto, Architetture.
Ai primi anni Ottanta appartengono le serie delle Diagonali, linee rette, il cui ritmo serrato oscilla tra il bianco e il nero, alla ricerca di nuovi montaggi e movimenti.
Seguono le Piante e gli Absidi e i cicli intitolati Cinema e Body Building.
Negli anni Novanta figurano le serie delle Maschere e della Montagna Sainte Victoire, chiaro riferimento a Cézanne e riflessione totale sulla pittura.
Vi sono poi la serie dei Nagjma, che in arabo vuol dire “stella”, nata dai lunghi soggiorni dell’artista a Tangeri, in una sorta di rievocazione del viaggio verso sud vissuto da Paul Klee o Henri Matisse; e i Box realizzati con scatole di cartone, in cui crescente è l’interesse di Pardi per la pittura, pur sempre con elementi geometrici e riferimenti architettonici.
Concludono il percorso i più recenti Senza titolo del 2011, una serie di acrilici su tela in cui la gamma cromatica ridotta a pochi toni, bianchi, neri e grigi, sembra voler richiamare la pittura a fresco.
L’opera di Gianfranco Pardi è presente a Milano in importanti collezioni e realtà museali, come le Gallerie d’Italia e il Museo del Novecento che, insieme alla considerevole serie di opere pubbliche e sculture disseminate nel tessuto cittadino documentano lo stretto legame esistente tra l’artista e la sua città.
Tra queste ultime figura la grande scultura ambientale Danza, in piazza Amendola, donata da Farmafactoring nel 2006 per celebrare i suoi venti anni di attività.
Fondazione Farmafactoring contribuisce a questo progetto, non solo in virtù dell’importante collezione di opere di Gianfranco Pardi che possiede, ma soprattutto per il perfetto accordo tra queste e lo spirito stesso della fondazione, nel voler combinare rigore e serietà con l’innovazione e l’attenzione al cambiamento.
Ad accompagnare le mostre verranno realizzati un video, per documentare la presenza di opere pubbliche di Gianfranco Pardi in città, e un volume, pubblicato congiuntamente da Fondazione Marconi e Cortesi Gallery.
Edita da Skira e curata da Bruno Corà, la monografia è corredata dalle immagini a colori di tutte le opere esposte; include una ricca selezione di documenti fotografici e apparati che illustrano il fertile cammino creativo di Gianfranco Pardi nel tempo ed è intesa a diventare una pubblicazione di riferimento della sua opera che, per quanto possa apparire semplice ed essenziale, rivela molteplici significati e insospettate complessità.
Tra queste ultime figura la grande scultura ambientale Danza, in piazza Amendola, donata da Farmafactoring nel 2006 per celebrare i suoi venti anni di attività.
Fondazione Farmafactoring contribuisce a questo progetto, non solo in virtù dell’importante collezione di opere di Gianfranco Pardi che possiede, ma soprattutto per il perfetto accordo tra queste e lo spirito stesso della fondazione, nel voler combinare rigore e serietà con l’innovazione e l’attenzione al cambiamento.
Ad accompagnare le mostre verranno realizzati un video, per documentare la presenza di opere pubbliche di Gianfranco Pardi in città, e un volume, pubblicato congiuntamente da Fondazione Marconi e Cortesi Gallery.
Edita da Skira e curata da Bruno Corà, la monografia è corredata dalle immagini a colori di tutte le opere esposte; include una ricca selezione di documenti fotografici e apparati che illustrano il fertile cammino creativo di Gianfranco Pardi nel tempo ed è intesa a diventare una pubblicazione di riferimento della sua opera che, per quanto possa apparire semplice ed essenziale, rivela molteplici significati e insospettate complessità.