AdrianoALTAMIRA
Conceptual Rigoletta di Adriano Altamira
02.2018–10.2018
Conceptual Rigoletta di Adriano Altamira
02.2018–10.2018
AdrianoALTAMIRA
AdrianoALTAMIRA
Comunicato stampa
Conceptual Rigoletta
di Adriano Altamira
Inaugurazione: 8 febbraio 2018
9 febbraio – 10 marzo 2018
di Adriano Altamira
Inaugurazione: 8 febbraio 2018
9 febbraio – 10 marzo 2018
La Fondazione Marconi è lieta di presentare una mostra di Adriano Altamira.
“Ci sono dodici tavoli. Ogni tavolo è una storia. Nessuna di queste storie nasce da una vicenda reale o fittizia che sia, ma solo dall’accostamento di alcune immagini, viste o, come si dice, passate per la mia mente, che hanno acceso una scintilla una volta messe in frizione tra loro.”
Questo, nelle parole di Adriano Altamira, il soggetto della sua ultima installazione presso la Fondazione Marconi, che prende il titolo da un breve, abbagliante nonsense, Conceptual Rigoletta, scritto dall’autore quattro anni fa.
Nonostante l’apparenza ironica, Conceptual Rigoletta è a tutti gli effetti una vera e propria meditazione sullo statuto dell’immagine, che prosegue le ricerche concettuali iniziate da Altamira negli anni Settanta e culminate con il suo lavoro più importante: Area di coincidenza.
Conceptual Rigoletta è composta da una sessantina di disegni, divisi in sequenze di cinque (disposte appunto su dodici tavoli), che formano il tessuto narrativo di un romanzo per immagini, nel solco della tradizione iniziata da quelli di Max Ernst negli anni Trenta (La femme 100 têtes, Rêve d’une petite fille qui voulut entrer au Carmel, Une semaine de bonté).
Infatti, simmetricamente, all’installazione allestita in galleria, con i disegni originali, fa eco la pubblicazione di un volume delle edizioni Corraini: il romanzo per immagini vero e proprio. L’installazione e il libro mantengono così un dialogo a distanza che insieme li affratella e li divide. Una breve appendice di testo rivela, nel libro, gli elementi salienti di questa avventura narrativa.
“Ci sono dodici tavoli. Ogni tavolo è una storia. Nessuna di queste storie nasce da una vicenda reale o fittizia che sia, ma solo dall’accostamento di alcune immagini, viste o, come si dice, passate per la mia mente, che hanno acceso una scintilla una volta messe in frizione tra loro.”
Questo, nelle parole di Adriano Altamira, il soggetto della sua ultima installazione presso la Fondazione Marconi, che prende il titolo da un breve, abbagliante nonsense, Conceptual Rigoletta, scritto dall’autore quattro anni fa.
Nonostante l’apparenza ironica, Conceptual Rigoletta è a tutti gli effetti una vera e propria meditazione sullo statuto dell’immagine, che prosegue le ricerche concettuali iniziate da Altamira negli anni Settanta e culminate con il suo lavoro più importante: Area di coincidenza.
Conceptual Rigoletta è composta da una sessantina di disegni, divisi in sequenze di cinque (disposte appunto su dodici tavoli), che formano il tessuto narrativo di un romanzo per immagini, nel solco della tradizione iniziata da quelli di Max Ernst negli anni Trenta (La femme 100 têtes, Rêve d’une petite fille qui voulut entrer au Carmel, Une semaine de bonté).
Infatti, simmetricamente, all’installazione allestita in galleria, con i disegni originali, fa eco la pubblicazione di un volume delle edizioni Corraini: il romanzo per immagini vero e proprio. L’installazione e il libro mantengono così un dialogo a distanza che insieme li affratella e li divide. Una breve appendice di testo rivela, nel libro, gli elementi salienti di questa avventura narrativa.
Il termine Rigoletta non c’entra nulla con l’opera verdiana, tranne per il fatto che la breve poesia che dà titolo alla mostra è una specie di parafrasi della nota aria del Rigoletto "La donna è mobile".
Dice infatti: “L’arte sta immobile / qual raro evento / muta nel centro / del suo pensier”.
Anche i sessanta disegni che costituiscono l’opera sono dal canto loro una sorta di parafrasi delle sequenze fotografiche fin qui eseguite dall’autore, che il disegno trasporta in una nuova atmosfera, sognante, a volte piena d’emozione, a volte crudele.
Dice infatti: “L’arte sta immobile / qual raro evento / muta nel centro / del suo pensier”.
Anche i sessanta disegni che costituiscono l’opera sono dal canto loro una sorta di parafrasi delle sequenze fotografiche fin qui eseguite dall’autore, che il disegno trasporta in una nuova atmosfera, sognante, a volte piena d’emozione, a volte crudele.