AldoSPOLDI
Aldo Spoldi. La storia del mondo. A cura del “critico progettato” Patrizia Gillo
09.2018–11.2018
Aldo Spoldi. La storia del mondo. A cura del “critico progettato” Patrizia Gillo
09.2018–11.2018
AldoSPOLDI
AldoSPOLDI
Comunicato stampa
Aldo Spoldi.
La storia del mondo. A cura del “critico progettato” Patrizia Gillo
Inaugurazione: 20 settembre 2018
21 settembre – 10 novembre 2018
La storia del mondo. A cura del “critico progettato” Patrizia Gillo
Inaugurazione: 20 settembre 2018
21 settembre – 10 novembre 2018
La nuova stagione espositiva della Fondazione Marconi inaugura, dopo la pausa estiva, con una mostra interamente dedicata al lavoro di Aldo Spoldi.
Il progetto, a cura di Patrizia Gillo, personaggio virtuale nato dalla fantasia dell’artista, è stato commissionato dall’Accademia dello Scivolo, associazione fondata da Spoldi nel 2007 e “volta alla ricerca del bello sensibile”.
Ma partiamo dall’inizio: lo spunto per la realizzazione di questa mostra viene da una lettera che Aldo Spoldi indirizza a Giorgio Marconi e nella quale dice che, guardando indietro nel suo passato, gli è scattata la molla di fare un quadro nuovo che chiamerà Antologica, poiché in esso convivono passato e presente e da esso derivano altri quadri, altre storie, altre mostre.
Di fatto questo nuovo lavoro corrisponde al racconto surreale e mirabolante dell’intera vicenda artistica di Aldo Spoldi dal 1968 ai giorni nostri: una sorta di gigantesco teatrino in cui l’artista-burattinaio muove i fili dall’alto, facendo oscillare le figurine, alla ricerca di molteplici combinazioni.
L’avventura, contrassegnata da 12 marchi posti all’ingresso della sede espositiva allo scopo di segnarne le tappe, ha inizio nel sotterraneo per poi svilupparsi, senza soluzione di continuità, fino al secondo piano della Fondazione, seguendo il filo giocoso delle immagini. Lungo il percorso si alternano periodi creativi, galleristi, collaboratori, personaggi che lo hanno ispirato e accompagnato.
A collegare le sale, dal sotterraneo al secondo piano, un fil rouge di riferimenti e citazioni che culminano nell’opera Marconi Srl.
Dal grandioso “affresco” improntato alla storia di Studio Marconi spuntano alcuni dei protagonisti che ne hanno fatto parte: come in un nostalgico luna park, appaiono intenti in giocose attività al cospetto del gallerista e “condottiero” Giorgio Marconi.
Il progetto, a cura di Patrizia Gillo, personaggio virtuale nato dalla fantasia dell’artista, è stato commissionato dall’Accademia dello Scivolo, associazione fondata da Spoldi nel 2007 e “volta alla ricerca del bello sensibile”.
Ma partiamo dall’inizio: lo spunto per la realizzazione di questa mostra viene da una lettera che Aldo Spoldi indirizza a Giorgio Marconi e nella quale dice che, guardando indietro nel suo passato, gli è scattata la molla di fare un quadro nuovo che chiamerà Antologica, poiché in esso convivono passato e presente e da esso derivano altri quadri, altre storie, altre mostre.
Di fatto questo nuovo lavoro corrisponde al racconto surreale e mirabolante dell’intera vicenda artistica di Aldo Spoldi dal 1968 ai giorni nostri: una sorta di gigantesco teatrino in cui l’artista-burattinaio muove i fili dall’alto, facendo oscillare le figurine, alla ricerca di molteplici combinazioni.
L’avventura, contrassegnata da 12 marchi posti all’ingresso della sede espositiva allo scopo di segnarne le tappe, ha inizio nel sotterraneo per poi svilupparsi, senza soluzione di continuità, fino al secondo piano della Fondazione, seguendo il filo giocoso delle immagini. Lungo il percorso si alternano periodi creativi, galleristi, collaboratori, personaggi che lo hanno ispirato e accompagnato.
A collegare le sale, dal sotterraneo al secondo piano, un fil rouge di riferimenti e citazioni che culminano nell’opera Marconi Srl.
Dal grandioso “affresco” improntato alla storia di Studio Marconi spuntano alcuni dei protagonisti che ne hanno fatto parte: come in un nostalgico luna park, appaiono intenti in giocose attività al cospetto del gallerista e “condottiero” Giorgio Marconi.
Accostatosi all’arte concettuale e alle esperienze teatrali negli anni Settanta, Aldo Spoldi fa parte di una generazione di artisti che cerca di superare il rigore e la rigidità concettuale attraverso il ritorno a un linguaggio capace di una nuova narrazione, attingendo i propri strumenti indifferentemente dalla storia dell’arte, dalle immagini del quotidiano e della cultura contemporanea.
Il suo carattere distintivo sta nel non volersi rinchiudere nella dimensione del "quadro”, nel realizzare installazioni ad ampio raggio, e nel rifarsi a un universo di immagini ricavate dalla dimensione dell’infanzia, dei cartoons, dei fumetti, per dar vita a icone fantasiose e delicatamente stilizzate.
La sua collaborazione con Giorgio Marconi inizia negli anni Ottanta per proseguire fino ai giorni nostri. Tra le mostre più recenti che presenta alla Fondazione Marconi figurano La tromba delle scale (2006) e Il mondo nuovo (2011).
La prima incentrata su un grande quadro a sviluppo verticale che è “impossibile vedere per intero”; la seconda ispirata dalla situazione immaginaria che alcuni personaggi di sua invenzione – il critico d’arte Angelo Spettacoli, il filosofo Andrea Bortolon, il fotografo Met Levi e l’artista Cristina Karanovic (alias Cristina Show) – spaventati dalla recente crisi finanziaria del 2008 avessero trovato rifugio presso il suo atelier fondandovi una nuova scuola d’arte, L’accademia dello Scivolo e che da lì non volessero più andarsene.
Evidentemente, anche questa volta, è il gioco la costante che guida la lettura della mostra, a partire dalla figura fittizia della curatrice Patrizia Gillo.
Il racconto si svolge tutto in verticale, concepito come un e-book “costruito a mano” e una “banca dati” dipinta a tempera, consente innumerevoli rimandi e connessioni che sono la chiave di accesso per ulteriori ricerche e approfondimenti e che – come dice lo stesso artista – “permettono di accedere non solo al mio passato, al ‘gran rifiuto’ di Marcuse, alla ‘dialettica negativa’ di Adorno e all’arte povera, ma anche a quello della storia del mondo”.
La mostra è accompagnata dalla pubblicazione del Quaderno della Fondazione Marconi n. 20 con un testo a firma di Patrizia Gillo e illustrazioni a colori delle opere.
Il suo carattere distintivo sta nel non volersi rinchiudere nella dimensione del "quadro”, nel realizzare installazioni ad ampio raggio, e nel rifarsi a un universo di immagini ricavate dalla dimensione dell’infanzia, dei cartoons, dei fumetti, per dar vita a icone fantasiose e delicatamente stilizzate.
La sua collaborazione con Giorgio Marconi inizia negli anni Ottanta per proseguire fino ai giorni nostri. Tra le mostre più recenti che presenta alla Fondazione Marconi figurano La tromba delle scale (2006) e Il mondo nuovo (2011).
La prima incentrata su un grande quadro a sviluppo verticale che è “impossibile vedere per intero”; la seconda ispirata dalla situazione immaginaria che alcuni personaggi di sua invenzione – il critico d’arte Angelo Spettacoli, il filosofo Andrea Bortolon, il fotografo Met Levi e l’artista Cristina Karanovic (alias Cristina Show) – spaventati dalla recente crisi finanziaria del 2008 avessero trovato rifugio presso il suo atelier fondandovi una nuova scuola d’arte, L’accademia dello Scivolo e che da lì non volessero più andarsene.
Evidentemente, anche questa volta, è il gioco la costante che guida la lettura della mostra, a partire dalla figura fittizia della curatrice Patrizia Gillo.
Il racconto si svolge tutto in verticale, concepito come un e-book “costruito a mano” e una “banca dati” dipinta a tempera, consente innumerevoli rimandi e connessioni che sono la chiave di accesso per ulteriori ricerche e approfondimenti e che – come dice lo stesso artista – “permettono di accedere non solo al mio passato, al ‘gran rifiuto’ di Marcuse, alla ‘dialettica negativa’ di Adorno e all’arte povera, ma anche a quello della storia del mondo”.
La mostra è accompagnata dalla pubblicazione del Quaderno della Fondazione Marconi n. 20 con un testo a firma di Patrizia Gillo e illustrazioni a colori delle opere.