AdrianoALTAMIRA
Adriano Altamira. Attraverso il Giudizio – Opere e meditazioni sulla Cappella Sistina 1997 - 2007
06.2008–06.2008
Adriano Altamira. Attraverso il Giudizio – Opere e meditazioni sulla Cappella Sistina 1997 - 2007
06.2008–06.2008
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Adriano Altamira
Tre giudizi sovrapposti, 1996
Tecnica mista su acetato stampata su pellicola fotografica
70 x 50 cm
Tre giudizi sovrapposti, 1996
Tecnica mista su acetato stampata su pellicola fotografica
70 x 50 cm
Comunicato stampa
Adriano Altamira
Attraverso il Giudizio – Opere e meditazioni sulla Cappella Sistina 1997 - 2007
Inaugurazione: 15 maggio 2008
16 maggio – 13 giugno 2008
Attraverso il Giudizio – Opere e meditazioni sulla Cappella Sistina 1997 - 2007
Inaugurazione: 15 maggio 2008
16 maggio – 13 giugno 2008
La Fondazione Marconi presenta la mostra di Adriano Altamira Attraverso il Giudizio – Opere e meditazioni sulla Cappella Sistina 1997-2007.
Adriano Altamira è alla sua terza personale con Giorgio Marconi. Le prime due (rispettivamente nel 1979 e nel 1989) erano mostre basate su opere fotografiche e disegni, eseguiti con tecniche particolari: la quasi totalità dell’opera di questo autore è stata infatti dedicata a ricerche sui nuovi media.
Altamira ha affrontato la pittura in due sole e distinte occasioni: all’inizio degli anni Ottanta con la serie delle sue grandi Finestre (1980-1986 ca.) e negli ultimi dieci anni con le meditazioni sul Giudizio di Michelangelo.
Adriano Altamira è alla sua terza personale con Giorgio Marconi. Le prime due (rispettivamente nel 1979 e nel 1989) erano mostre basate su opere fotografiche e disegni, eseguiti con tecniche particolari: la quasi totalità dell’opera di questo autore è stata infatti dedicata a ricerche sui nuovi media.
Altamira ha affrontato la pittura in due sole e distinte occasioni: all’inizio degli anni Ottanta con la serie delle sue grandi Finestre (1980-1986 ca.) e negli ultimi dieci anni con le meditazioni sul Giudizio di Michelangelo.
In una serie di grandi carte ora esposte presso la Fondazione Marconi, Altamira compie infatti una curiosa speculazione pittorica partendo dall’architettura compositiva del grande affresco e trasformandola in una ipotesi formale puramente astratta; dapprima in un severo bianco e nero, e ultimamente anche a colori, usando gamme che sottintendono un voluto e ricercato manierismo - come oro, argento ed altri timbri metallici iridescenti.
In queste carte il Giudizio perde il suo volto tradizionale di rappresentazione sacra per diventare una drammatica impronta, quasi la Sindone laica di un’avventura umana spinta ai limiti del possibile.
In queste carte il Giudizio perde il suo volto tradizionale di rappresentazione sacra per diventare una drammatica impronta, quasi la Sindone laica di un’avventura umana spinta ai limiti del possibile.