ValerioADAMI
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Valerio Adami
Blam, 1962
Olio su tela
177 x 140 cm
ValerioADAMI
Biografia Considerato uno dei maggiori artisti italiani del dopoguerra, Valerio Adami subisce inizialmente gli influssi espressionisti della pittura di Oskar Kokoschka e Francis Bacon e attinge alla cultura visiva del pop americano. Condivide dapprima con Matta e Magnelli la deflagrazione delle forme e il rapporto fondante tra dipinto e disegno; successivamente con de Chirico la visione onirica e assoluta con elementi tratti da tempi diversi e la spiazzante nostalgia per i neoclassici e per il mito. Realizza nel disegno prima e nel dipinto poi un procedimento virtuoso, in cui confluiscono associazioni di idee, miti classici, suggestioni letterarie, musicali, cinematografiche, ricordi lontani di esperienze vissute.

Nato a Bologna nel 1935 compie gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 1952, durante il “Salon de Mai”, incontra i pittori Matta e Wilfredo Lam, che diventeranno i suoi più cari amici a Parigi. A partire dal 1958, Adami soggiorna a Londra, dove frequenta artisti come Richard Hamilton, Francis Bacon; mentre dopo il 1961 divide il suo tempo tra Milano, Londra e Parigi. Durante gli anni Sessanta si afferma come uno dei maggiori rappresentanti della “Nuova figurazione”, partecipando, a Parigi, alla Figuration narrative dans l’art contemporaine (1965), alla Bande dessinée et figuration narrative (1967) e ad una retrospettiva all’ARC nel 1970. La sua notorietà diventa presto internazionale: espone a Documenta 3 di Kassel (1964), alla Galleria Schwarz e allo Studio Marconi di Milano (1965), alla Biennale di Venezia (1968), al Museo de Bellas Artes di Caracas (1969).

Mentre la fine degli anni Sessanta è caratterizzata dalla evocazione dei luoghi urbani, anonimi o tristi, inspirati dalle sue foto di New York, dove aveva soggiornato nel 1966, durante gli anni Settanta, si dedica a una pittura referenziale ma enigmatica, integrata da lettere e da frasi. Nel 1978 dipinge una serie di quadri con soggetti mitologici nel suo atelier di New York pieni di riferimenti alla pittura antica. Realizza alcuni affreschi alla First National City Bank di Madison nel Wisconsin (1974), nella hall della stazione di Austerlitz a Parigi (1987), per la facciata del Théâtre du Châtelet di Parigi (1989). Vivendo tra Parigi e l’Italia, trascorre molti mesi a Ostenda in Belgio (1969), a New York (dal 1971), in Messico e a Los Angeles (1975), a Monte Carlo (dove si stabilirà nel 1981) e Meina in Italia. Intraprende dei lunghi viaggi, in Messico (1969,1981), India (1977, 1982) e nei paesi nordici (1988).

Il suo lavoro suscita numerosi commenti da parte di filosofi (Jacques Derrida, Jean-François Lyotard, Gilles Deleuze), storici dell’arte (Hubert Damisch, Marc Le Bot) e scrittori (Italo Calvino, Octavio Paz e Antonio Tabucchi). Adami stesso pubblica a partire dal 1986 molti scritti: Les règles du montage: Sinopie (1989); Dessiner: les gommes et les crayons (2002).

Le sue più importanti esposizioni si sono tenute all’Israel Museum di Gerusalemme (1979), al Centre Pompidou di Parigi (1985), al Palazzo Reale di Milano (1985), al Centre Julio González di Valencia (1990) al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid (1991), ai Magazzini del Sale di Siena (1994), al Museum of Bochum (1996), al Frissiras Museum di Atene (2004) e al Grand Palais di Parigi (2008). Tra le sedi che di recente hanno ospitato le sue opere figurano: Fondazione Marconi (2009), Milano, Pinacoteca Comunale Casa Rusca, Locarno (2010), Galleria Tega, Milano (2012), MAMAC, Nizza (2013), Museo della Città di Ravenna (2013).
Un’importante mostra itinerante si è tenuta a Torino, Mantova e Perpignan in occasione del suo 80esimo compleanno, nel 2015, mentre nel 2016 il Secession’s Grafisches Kabinett di Vienna è stato sede della sua prima personale in Austria.
L’artista vive e lavora tra Parigi, Monte Carlo e Meina, sul Lago Maggiore.
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