MarioSCHIFANO
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Mario Schifano
Congeniale, 1960
Smalto su carta intelata
100 x 151 cm
MarioSCHIFANO
Biografia Mario Schifano è noto per essere il protagonista italiano più importante della pop art.
Genio turbolento, intollerante a ogni vincolo e convenzione, concepisce la pittura come qualcosa di assolutamente primario, slegato da qualsiasi stile o tradizione.
Il suo lavoro si colloca all’interno delle correnti artistiche connesse ad una nuova oggettività attenta come non mai alle impronte della città e allo spazio umano e in cui il rapporto con il mondo è mediato dai mezzi di comunicazione massa (il film, il segnale, il fumetto, la pubblicità). Affascinato dall’incessante fluire delle immagini tipico della società moderna, utilizza una grande varietà di tecniche, dalla pittura al collage.
Prolifico ed esuberante, lavora per cicli tematici, dando vita a immagini destinate a diventare pietre miliari dell’arte contemporanea.

Nato a Homs, in Libia, nel 1934, Mario Schifano si trasferisce a Roma nell’immediato dopoguerra. Abbandonati gli studi, lavora come assistente del padre, che è archeologo restauratore al Museo Etrusco di Villa Giulia. Inizia a dipingere tele di matrice informale, che espone nella sua prima personale alla Galleria Appia Antica di Roma. Poi con Angeli, Festa, Lo Savio e Uncini tiene la collettiva 5 pittori - Roma ’60, curata da Restany, e la critica inizia a interessarsi alla sua pittura.

Abbandonati i modi informali, realizza opere monocrome con smalti industriali, dove la carta da imballaggio è incollata sulla tela e ricoperta da un solo colore. Nel 1961 vince il Premio Lissone per la giovane pittura contemporanea e tiene una nuova personale alla Galleria La Salita di Roma. Dopo un viaggio negli Stati Uniti, dove ha partecipato alla mostra The New Realism alla Sidney Janis Gallery di New York, inizia a introdurre nelle sue tele frammenti dell’iconografia urbana. Lavora per cicli tematici: dai Paesaggi anemici alle serie dedicate alla storia dell’arte (Futurismo rivisitato, 1966). Invitato alla Biennale di Venezia nel 1964, partecipa l’anno seguente alla mostra inaugurale dello Studio Marconi, di cui diventa uno degli artisti più rappresentativi.
Insieme alle nuove serie Ossigeno Ossigeno, Oasi e Compagni compagni, realizza pellicole d’avanguardia come Anna Carini vista in agosto dalle farfalle, che presenta nel 1967 allo Studio Marconi.

Dal 1970, dopo l’impegno politico e civile negli anni della contestazione, sperimenta il riporto di immagini televisive sulla tela emulsionata, cui aggiunge interventi cromatici con smalti industriali. Tiene numerose personali e nel 1972 espone alla X Quadriennale romana.
L’anno seguente partecipa alla rassegna Contemporanea, curata da Achille Bonito Oliva nel parcheggio di Villa Borghese. Nel 1974 ha luogo all’Università di Parma una vasta antologica che con un centinaio di opere ripercorre la sua carriera artistica.
In questi anni torna a rivisitare la storia dell’arte con opere ispirate ai capolavori delle avanguardie storiche e realizza nuovi cicli, tra cui Quadri equestri, Architettura, Naturale sconosciuto, Reperti.

Oltre a organizzare numerose personali in Italia e all’estero partecipa a diverse edizioni della Biennale di Venezia ed è inserito nelle principali rassegne dedicate all’arte contemporanea italiana, tra cui: Identité italienne, 1981, Centre Pompidou, Parigi; Italian Art of the XX century, 1989 Royal Academy, Londra; The Italian Metamorphosis 1943-1968, 1994, Solomon R. Guggenheim Museum, New York (poi trasferita alla Triennale di Milano e al Kunstmuseum di Wolfsburg).
L’artista muore a Roma nel 1998.

Tra le molte mostre a lui dedicate, si ricordano le ampie antologiche alla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2001); alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (2008-2009), alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Milano e al Musée d’art moderne Saint-Etienne Métropole; al Castello Pasquini, Livorno (2013); alla galleria Luxembourg & Dayan, Londra e New York (2014); al Complesso Museale Palazzo Ducale, Mantova (2017); alla Mayor Gallery di Londra (2018).
A queste si affiancano le due importanti mostre organizzate dalla Fondazione Marconi: Schifano 1960-1964. Dal monocromo alla strada (2005); Schifano 1964-1970. Dal paesaggio alla TV (2006), Grande angolo per uomini, manifesti e paesaggi (2013) in contemporanea con l’uscita dell’omonimo volume a cura dell’Archivio Mario Schifano e l’ultima Omaggio a Mario Schifano. Al principio fu Vero amore (2018).
Nel 2020 la galleria Giò Marconi presenta Qualcos’altro, dedicata a un nucleo di monocromi compresi tra il 1960 e il 1962, curata da Alberto Salvadori e in collaborazione con l’Archivio Mario Schifano.

Tra le principali e più recenti collettive figurano invece The World Goes Pop, Tate Gallery, Londra (2016); Arte ribelle, Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Milano, a cura di M. Meneguzzo (2017); Nascita di una nazione, Palazzo Strozzi, Firenze, a cura di L.M. Barbero (2018).
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